La notizia è a dir poco incredibile ed è un vero e proprio schiaffo alla tanto decantata lungimiranza delle grandi istituzioni museali internazionali. Aggiungiamo che solitamente i musei non hanno molto sense of humor ma questo particolare non sembra interessare al MoMa, Museum Of Modern Art di New York che di ironia sembra averne parecchia, persino l’autocritica sembra sia una dote del celebre museo. In un recente post sull’account ufficiale del MoMa su Twitter si apprende infatti l’esistenza di una lettera di rifiuto che il museo avrebbe mandato nientemeno che ad Andy Warhol nel 1956.
Se le foto di Instagram sorpassano twitter
E’ un sorpasso storico, quello certificato da un report di Comscore ancora non pubblicato. Lo scorso agosto, Instagram 1 ha superato Twitter per utenti unici, e per un numero non minimo: 7.3 milioni di utenti unici quotidiani contro 6.87 milioni…
Ai Weiwei non smette di lottare
Anche se il governo cinese ha duramente limitato la sua libertà di parola, Ai Weiwei in tutti questi mesi (trascorsi dopo la sua scarcerazione) non si è mai tirato indietro. L’artista ha infatti agito tramite Twitter ed ha più volte rilasciato interviste alla stampa straniera. Noi di Globartmag vorremmo fare un tributo al suo coraggio, pubblicando le sue frasi più coraggiose apparse su internet e sui quotidiani in questi ultimi tempi.
Internet cambia ogni giorno la struttura della società, è una massa fatta da grandi individualismi.
Dicono che io sia diventato più radicale. Non direi, io sono nato radicale.
Social Networks e giovani artisti, attenzione a non esagerare
Ormai non è più inverosimile pensare all’arte ed alla vita privata come due entità non separate. Giusto una manciata di anni fa, artisti come Tehching Hsieh avevano deciso di trasformare la loro vita in una continua performance, con tutte le difficoltà e gli inconvenienti del caso. Oggi invece non bisogna far troppa fatica per manifestare la propria creatività anche in un contesto totalmente al di fuori dall’attività pubblica.
L’artista dei nostri giorni ha infatti a sua disposizione una serie di piattaforme digitali su cui espandere la propria creatività e mantenere il resto del pubblico in contatto con la propria attività anche in ambito privato. Facebook ad esempio può essere un buon metodo per espandere le proprie conoscenze e fare un poco di public relations che non guastano mai.
Twitter è invece molto usato anche da veri e propri mostri sacri come Ai Weiwei che proprio dal celebre social network cinguettante ha lanciato la sua battaglia contro le ingiustizie delle istituzioni cinesi. Ultimamente invece molti giovani artisti hanno scoperto piattaforme alternative come Tumblr, website che permette di creare veri e propri blogs altamente customizzabili tnato che è facilissimo trovare modelli già pronti per creare portfolios.
Whitney Houston, Schettino e le mutande di Belen. La Metainformazione divora tutto
L’impazienza sembra essere divenuta l’ossessione dei nostri tempi. Il mondo di internet ad esempio viaggia ad una velocità talmente smodata che ogni nuova notizia viene letteralmente sepolta dalla successiva, senza una reale soluzione di continuità. Twitter ne è la prova provata, milioni di aggiornamenti di stato al secondo, tutti “cinguettano” ma nessuno realmente legge. La televisione, fino ad oggi mezzo supremo di informazione, sta oggettivamente cedendo sotto i colpi della nuova Metainformazione ed ecco quindi che ogni telegiornale che si rispetti, per poter campare, si è ridotto a guardare cosa succede su Facebook, a rilanciare i Tweets che parlano di Schettino e a pubblicare i video di Youtube dell’ondata di neve sulla penisola.
Tutto ciò accade poiché i nuovi smartphones, con le loro infinite possibilità, hanno trasformato la popolazione in un esercito di reporter, cronisti e quanto altro. Una notizia viene riportata sulla rete e successivamente amplificata in tutto il mondo nel momento stesso in cui il fatto si sta verificando, una condizione di sovranità assoluta nei confronti dei poveri notiziari Tv. Tale condizione, apparentemente democratica poiché ognuno è libero di aggiungere ciò che vuole ad un dato accadimento, rischia però di appiattire tutto su di un’unica superficie e soprattutto di lasciare troppo spazio ad informazioni non esatte.
Takashi Murakami dice no a Cool Japan su Twitter
Il re del pop del Sol Levante, alias Takashi Murakami, è un bel furbetto e solitamente non si lascia scappare quelli che potremmo definire come “affari internazionali”. Stiamo ovviamente parlando delle varie joint venture che il nostro genietto d’oriente ha più volte innescato, coinvolgendo brand internazionali come ad esempio Luis Vuitton per il quale ha disegnato una simpaticissima linea di borse chiamando in causa i suoi caratteristici personaggi superflat.
Che dire poi del recente doodle disegnato per Google il 21 giugno del 2011. Insomma, il buon Takashi sa bene come trarre profitto dal suo genio anche al di fuori del patinato mondo dell’arte contemporanea. Eppure anche Murakami sa dire di no quando c’è di mezzo una situazione poco chiara creata da un’iniziativa governativa. Ci riferiamo alla famigerata Cool Japan, una campagna lanciata dal governo giapponese con l’obbiettivo di esportare all’estero la cultura nazionale. In questi ultimi anni Cool Japan è stata duramente criticata da più parti, nel 2010 ad esempio il quotidiano Yomiuru Shimbun ha definito l’intera iniziativa come: “una spesa inutile che non sta aiutando gli interessi commerciali del nostro Paese ed anzi rischia di far emergere la Corea del Sud al nostro posto”.
Ai Weiwei torna su Twitter e parla a nome degli artisti prigionieri
Ai Weiwei sembra essere tornato a parlare a gran voce tramite internet. Dopo averlo visto sulla nuova piattaforma Google +, social network in lotta con Facebook, il coraggioso artista è comparso anche su Instagram, social network fotografico molto in voga tra gli utenti Apple. Proprio su questa piattaforma Weiwei sta pubblicando le foto del suo recupero fisico, lo vediamo infatti mentre si pesa e guadagna 3 etti o quando mangia un’enorme ciotola di riso in compagnia dei suoi collaboratori.
La notizia del giorno è però quella del grande ritorno dell’artista su Twitter, social network dove il profilo di Weiwei è visitato da centinaia di migliaia di fan e da dove l’artista ha più volte lanciato le sue azioni da “dissidente”, per usare un vocabolo tanto caro al regime cinese. Ebbene, noi tutti avevamo subito pensato ad una probabile quanto malaugurata censura del profilo Twitter ma fortunatamente le cose non stanno così ed il nostro è tornato a twittare liberamente.
Ai Weiwei chiude Twitter ma rispunta su Google Plus
Anche se siamo alla vigilia delle ferie estive, noi di Globartmag non vogliamo mollare la presa sulle vicende legate al coraggioso artista Ai Weiwei. L’artista (assieme ad alcuni suoi collaboratori) è stato recentemente liberato, ma come tutti sanno non è rientrato nel pieno possesso dei suoi diritti. Unica nota positiva è il permesso di poter tornare al lavoro nel suo FAKE studio, ma per quanto riguarda spostamenti fuori dal territorio cinese e attività su internet le cose sono ancora assai complicate.
Fra l’altro, il governo cinese ha praticamente bloccato il suo account di Twitter, una pagina visitata da oltre 92.000 utenti che puntualmente potevano tenersi informati sull’attivismo politico-sociale dell’artista, sulla sua produzione artistica e sui suoi proverbiali scherzi. Di fatto le autorità non hanno oscurato l’account Twitter di Weiwei, la cosa sarebbe stata troppo “sporca” agli occhi dell’opinione pubblica internazionale. L’account è stato semplicemente lasciato in stato di totale abbandono ma dato che molte delle battaglie di Weiwei sono partite proprio da Twitter è logico pensare ad un accordo per il rilascio a patto di “chiudere” ogni comunicazione sul social network.
Internet vs Arte contemporanea
Internet è un grande strumento di lavoro, informazione, svago e via dicendo. Per quanto riguarda l’arte contemporanea, l’avvento della rete ha portato significativi cambiamenti. Si possono leggere blog come questo e tenersi aggiornati sugli eventi di tutto il mondo, si possono ammirare siti d’artista ed osservare una miriade di opere, ci si può confrontare a distanza, inviare inviti e attuare vere e proprie campagne pubblicitarie su un dato evento, si possono creare opere di net-art. Inoltre con il varo della VIP art fair è attualmente possibile visitare una fiera d’arte contemporanea senza muoversi da casa.
Insomma Internet ha rivoluzionato un intero sistema, aprendolo a nuove ed infinite possibilità di comunicazione. Eppure prima dell’avvento di Internet la scena dell’arte contemporanea era comunque florida e pulsante. Oggi si può controllare il curriculum di artisti e curatori, osservare a quanti e quali eventi hanno partecipato ed in taluni casi, leggere le considerazioni su un dato evento. Questo è sicuramente un aiuto per la comunità artistica e per gli addetti al settore ma il rischio, a volte, è quello di giungere ad affrettate conclusioni.
Per essere giovani artisti bisogna darsi da fare
Pensate forse che i nostri giovani artisti stiano perdendo terreno in ambito internazionale? Niente di più sbagliato, anzi si potrebbe senza ombra di dubbio affermare che essi hanno tutte le carte in regola per sfondare all’estero. Negli ultimi anni abbiamo subito l’ondata della YBA inglese, l’eterno ritorno degli statunitensi, l’arrembaggio dei cinesi e quello della nuova scuola di Lipsia. Ora stiamo assistendo ad una grande ascesa dell’est europeo e del Medio Oriente.
Eppure anche noi possiamo farcela, possiamo imporre il nostro stile, le nostre estetiche ed i nostri concetti all’attenzione della scena internazionale. Quello che manca è un poco di organizzazione e più volontà da parte non solo delle istituzioni e delle gallerie private ma anche da parte degli artisti stessi che dovrebbero in qualche modo porsi in uno stato di continuo movimento.
Ai Weiwei, contro il governo a colpi di granchio
Avrete sicuramente letto il nostro articolo sulla Shanghai Biennale e sulle gesta eroiche di Ai Weiwei. Ormai il poliedrico artista è divenuto una sorta di eroe per tutti gli artisti cinesi che lottano per la libertà di espressione, contro i serrati vincoli di un governo che vuole a tutti costi imporre una arte contemporanea uniformata. Oggi il nostro paladino è alle prese con una nuova sfida, che lo vede nuovamente impegnato in una battaglia contro i vertici di Shanghai.
Circa due anni fa le istituzioni avevano invitato Weiwei a costruire uno studio in città, come previsto dal progetto di edificazione di un nuovo distretto artistico. Ebbene pochi giorni fa l’artista, tramite Twitter (piattaforma che usa abitualmente per rendere note le sue azioni) ha annunciato che il governo ha deciso di far abbattere lo studio, il quale sarebbe costato più di un milione di dollari. Per tutta risposta Weiwei ha deciso di innescare una rivolta, ma non si tratta di una manifestazione o quanto altro ma di un vero e proprio party.
Lady Gaga blasfema e scandalosa per Alejandro
Orami le nostre pagine sono piene di articoli e gossip su Lady Gaga, la biondissima eroina del pop nonché artista wannabe non riesce proprio a star ferma e anzi sembra più prolifica che mai anche durante i mesi estivi. In questi giorni la cantante ha tenuto una grande premiere del suo nuovo video girato dal celebre fotografo di moda Steven Klein per la track intitolata Alejandro ed anche stavolta non ha mancato di sollevare un vespaio di polemiche. Le immagini del video hanno infatti scatenato le ire di diversi giornalisti, istituzioni e gente comune.
Il clip è un bizzarro ed irriverente miscuglio di erotismo, fetish, atmosfere gotiche, tenebrose e religiose, mentre la canzone è una classica ballad neanche troppo movimentata. Nelle prime immagini Lady Gaga sembra scopiazzare le atmosfere militaresche già viste in un video di Janet Jackson. Successivamente Gaga cita Madonna a più non posso ed il video diviene un miscuglio di deliri erotico-religiosi alla Like a Prayer.
Jonathan Jones: arte alla portata di tutti ma non per tutti
Girovagando per la rete abbiamo trovato un interessante articolo del nostro amato critico inglese Jonathan Jones che andiamo di seguito a pubblicare nella speranza di generare riflessioni e discussioni:
L’ascesa dell’arte interattiva sembra ancor più marcata in questa nostra era digitale e questa interattività non abbraccia solo i social networks ma si estende anche al mondo reale, catturando sempre più pubblico. Spencer Tunick ed Antony Gormley guidano questa rivoluzione interattiva, uno con i nudi collettivi e l’altro con la sua opera One and Other che ha visto centinaia di persone mettersi in mostra sul quarto plinto di Trafalgar Square.
Alcune forme di interattività fanno bene all’arte ed agli artisti che tramite piattaforme come Facebook o Twitter possono promuovere la loro creatività senza passare attraverso i canonici rituali del mondo dell’arte. Ogni giovane artista può farsi pubblicità mediante canali alternativi e potrebbe anche verificarsi la probabilità di scovare un nuovo genio artistico al di fuori di quelle istituzioni che forzano arte ed artisti a conformarsi alla moda ed al buon gusto generale.
Un social network smaschera l’azienda “copiona”
A volte anche i grandi commettono dei passi falsi e, forse per colpa della generale mancanza d’idee, commettono il sempre più frequente errore di sfruttare l’ingegno di altre persone. La notizia del giorno è che Paperchase, storico marchio britannico di articoli di cartoleria con oltre trent’anni di esperienza, ha intenzione di ritirare un suo articolo il cui design sembra preso pari pari da quello creato da un’artista di nome Hidden Eloise. La situazione si è fatta decisamente scottante quando ieri l’artista ha denunciato il fatto su Twitter ed in pochissime ore ha ricevuto numerosi feedbacks da colleghi e gente comune da ogni parte del globo.
Nella foto qui sopra è possibile ammirare il design creato da Hidden Eloise e la copia del suo design utilizzata da Paperchase su agende,shoppers ed altri articoli di cancelleria.L’artista aveva già contattato la grande azienda per chiedere spiegazioni ma le sue richeste erano state completamente ignorate. Da ieri però migliaia di utenti su Twitter hanno condiviso la storia di Hidden Eloise ed anno preso le sue difese, alimentando così l’interesse dei media che hanno pubblicato la notizia in tutto il mondo. L’artista ha inoltre invitato gli utenti a bombardare la mail di Paperchase, inoltrando una sua lettera contro “i vecchi vampiri che succhiano la linfa creativa dei giovani artisti”.