Gli artisti italiani della Collezione ACACIA

 

Promossa dal Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale e Associazione ACACIA, apre dal 12 aprile al 24 giugno 2012, nella centralissima sede espositiva milanese, la mostra “Gli artisti italiani della Collezione ACACIA-Associazione Amici Arte Contemporanea”. L’evento espositivo, curato da Gemma De Angelis Testa – Presidente di ACACIA – e Giorgio Verzotti, propone al pubblico circa trenta opere di artisti della collezione d’arte contemporanea dell’associazione.

Tutte le forme espressive delle arti visive sono qui rappresentate, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video e all’installazione. In mostra si possono ammirare lavori di Mario Airò (vincitore della prima edizione del Premio ACACIA), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Ogni artista vanta riconoscimenti nazionali ed internazionali.

A noi piace la ICA

ICA è uno degli istituti di arte contemporanea più prestigiosi dell’intero globo. Il centro fu istituito nel 1946, con l’obiettivo di creare uno spazio di dibattito al di fuori della Royal Academy per artisti, musicisti e scrittori. Nel corso degli anni l’ICA ha contribuito a generare diversi miti dell’arte contemporanea come ad esempio la nascita della Pop Art con l’Independent Group e le mostre di Damien Hirst (che proprio all’ICA inaugurò la sua prima mostra in uno spazio pubblico), Jake & Dinos Chapman, Vanessa Beecroft e tantissimi altri.

Tra gli eventi storici ospitati dall’ICA va inoltre ricordata la prima proiezione del film Hurlements en Faveur de Sade di Guy Debord che causò non poche rivolte nel mondo dell’arte. Insomma questo polo culturale sito nei pressi di Trafalgar Square funziona come punto di congiunzione tra l’arte emergente e la scena vera e propria. L’ICA è inoltre teatro dell’exhibition annuale New Contemporaries, dove i neolaureati possono stupire il pubblico con le loro creazioni.

A Pescara 45 giorni di Arte Contemporanea

Il 16 luglio apre il Circolo Aternino nel cuore del centro storico di Pescara Vecchia per ospitare “Sparta – dell’altra arte”, una grande operazione culturale che vuole coniugare l’arte contemporanea con l’intrattenimento. 
Da un’idea della Galleria White Project di Pescara in collaborazione con il Comune di Pescara, l’Assessorato alla Cultura, alla Mobilità, al Commercio e all’Aggregazione Sociale 45 giorni densi di avvenimenti, incontri, happenings, presentazioni dei nuovi tracciati ciclabili e interventi di street – art ma soprattutto una mostra d’arte contemporanea che vedrà scendere in campo 15 artisti internazionali e che prevede 10 ore di Videoarte a cura di Videoartscope.

Piazza Garibaldi, protagonista della mostra con le installazioni, sarà il perno delle due location: il Circolo Aternino e la Galleria White Project. La forza dell’operazione è anche l’allestimento dello spazio interno del Circolo Aternino con un’area lounge dove degustare i sapori dell’enogastronomia d’eccellenza del nostro territorio. 
Oltre ai momenti di confronto, organizzati ogni lunedì, per riflettere sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, sul distretto culturale nel quadrilatero di Pescara Vecchia e sul rapporto tra arte e impresa, l’obiettivo è anche quello di dare spazio a nuove aziende innovative under 35 che potranno presentarsi all’interno della sezione “L’energia delle idee” nelle serate di sabato. 


Vanessa Beecroft alla Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli

Vanessa Beecroft sarà protagonista di una doppia personale nelle sedi della Galleria Lia Rumma di Milano e Napoli. Il 7 giugno inaugura nello spazio milanese di Via Stilicone che ospiterà due eventi: VB70 e VB MARMI. Al piano terra della galleria, in occasione dell’opening, si svolgerà la performance VB70. Una decina di modelle nude, statue-corpo dai movimenti parcellizzati e lentissimi, saranno in scena tra basi di marmo, blocchi di pietra grezza e sculture inedite raffiguranti corpi femminili per formare un unico, suggestivo, gruppo scultoreo. A completare l’evento, i piani superiori della galleria ospitano opere in marmo, frammenti e busti dai colori vividi. Sodalite blu, Macaubas azzurro, Lapislazzuli blu, Rosa Portogallo, Nero del Belgio, Statuario bianco, Onice verde e Rosso Francia incarnano quella intensità di variazioni e di scelte cromatiche con le quali l’artista tinge tutti i suoi ricercati impianti scenografici.

Al centro della personale nella sede di Napoli a partira dal 9 giugno, le videoproiezioni di VB 66 e VB 67, realizzate dall’artista nel 2010, rispettivamente al Mercato Ittico di Napoli e agli Studi Nicoli di Carrara e i lavori fotografici, perlopiù di grandi dimensioni, tratti dalla prima performance. Quando, a febbraio dello scorso anno, Vanessa Beecroft per VB 66 ha restituito per un giorno Palazzo Cosenza, sede del Mercato Ittico di Napoli, agli sguardi di un pubblico entusiasta e particolarmente numeroso, la città partenopea ha avuto in dono un “monumento transitorio”.

Posso errare ma non di core. Passato prossimo e futuro anteriore dell’Italia

In occasione delle celebrazioni per il 150mo dell’Unità d’Italia, giovedì 17 marzo, la Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone inaugura Posso errare, ma non di core. Passato prossimo e futuro anteriore dell’Italia, una ricostruzione della storia artistica del nostro Paese, che ipotizza un ponte fra il passato recente e il futuro a venire attraverso venti opere d’arte che hanno contraddistinto il decennio appena trascorso.

Questa esposizione è un’occasione per cercare di porre delle basi a delle riflessioni che tracciano un’ipotetica storicizzazione dell’arte dei nostri giorni. La mostra nasce come declinazione di un progetto comune, di un network creato sull’intero territorio nazionale da musei e centri di ricerca appartenenti all’AMACI, che hanno intrapreso una cooperazione per la promozione dell’arte contemporanea secondo una logica, versatile e modulare al tempo stesso.

Massimo Minini. Una storia contemporanea

CONTEMPORANEA è il nome dello spazio d’arte, in corsetto sant’Agata 22 al piano interrato della loggia delle mercanzie, a Brescia. CONTEMPORANEA potrebbe essere un femminile oppure un plurale latino. CONTEMPORANEA è comunque l’arte che qui viene regolarmente esposta, in uno spazio privato che supplisce alla mancanza di un luogo pubblico a Brescia deputato alla contemporaneità. CONTEMPORANEA non è una galleria, ma ha la pretesa di essere un – seppur piccolo – museo che porge al pubblico bresciano esempi della ricerca sulle arti dell’oggi.

Il 19 febbraio presenteranno Massimo Minini. Una storia contemporanea (da un’idea di Ken Demy) con opere che negli ultimi 37 anni sono passate nella galleria di Massimo Minini. Aperta a Brescia con nome BANCO, in via Antiche Mura 1 nel 1973, in uno spazio offerto da Enrico Pedrotti, allora ultima nata tra le tante gallerie presenti in città, oggi la galleria Minini si trova ad esserne la decana tra le sue nuove colleghe, in una città come Brescia che ha sempre avuto un occhio attento per la contemporaneità da parte dei privati e poca attenzione da parte delle varie amministrazioni succedutesi alla guida della città: un tratto comune e trasversale d’indifferenza che ha unito idealmente destra, centro e sinistra.

Il MAGA commemora il collezionista Paolo Consolandi con la mostra “Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando?”

Dal 13 novembre il MAGA di Gallarate, a pochi mesi dalla scomparsa del noto collezionista milanese Paolo Consolandi, gli rende omaggio con una mostra curata da Francesca Pasini ed Angela Vettese. La mostra, attraverso una selezione delle straordinarie opere dell’importante collezione Consolandi, ripercorre le principali tendenze dell’arte contemporanea nazionale e internazionale dagli anni Cinquanta ad oggi, dando prova della grande sensibilità e lungimiranza e dello spiccato intuito di Paolo Consolandi.

Circa duecento opere di altrettanti artisti compongono l’allestimento suddiviso in sette nuclei tematici (Oltre la materia, Orizzonti, Scrivere e scriversi, Dialoghi eclettici, Corpo e mente, Ritratti, autoritratti e altro, Things), sezioni tematiche all’interno delle quali le opere di artisti storici dialogano e si mettono in relazione con quelle degli artisti più giovani sostenuti dal collezionista.

La scultura italiana del XXI secolo alla Fondazione Arnaldo Pomodoro

A distanza di 5 anni dalla mostra sulla scultura italiana del XX secolo che inaugurava la nuova sede della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, gli spazi di via Solari 35 ospiteranno, dal 19 ottobre 2010 al 20 febbraio 2011, un’esposizione che traccia un primo bilancio delle ultime tendenze italiane del XXI secolo nel campo delle discipline plastiche.

Curata da Marco Meneguzzo, La scultura italiana del XXI secolo – tale è l’ambizioso titolo dell’iniziativa – presenterà le opere di 80 artisti, tutti nati nella seconda metà del secolo scorso, dagli ormai storicizzati Nunzio e Gianni Dessì, agli esponenti delle generazioni più recenti, quali Maurizio Cattelan, Massimo Bartolini, Chiara Dynys, Stefano Arienti, Liliana Moro, Vanessa Beecroft, a quelle ancora più giovani, con Loris Cecchini, Sissi, Aron Demetz, Roberto Cuoghi, fino alle ultimissime come Arcangelo Sassolino, Francesco Simeti, Riccardo Previdi, Gennari.

Vanessa Beecroft alla Biennale di Carrara con VBmarmi.carrara

Sabato 4 settembre 2010 dalle ore 19.00 alle ore 22.00 presso gli Studi Nicoli di Carrara si terrà la performance di Vanessa Beecroft VBmarmi.carrara (progetto speciale), già prevista  per sabato 28 agosto. Prendendo ispirazione dalla suggestiva cornice degli Studi Nicoli, il più antico degli studi di scultura di Carrara, continuamente rinnovato dalla presenza di lavori di alcuni tra i maggiori artisti internazionali, Vanessa Beecroft presenta per Postmonument un progetto speciale e inedito. I corpi femminili che l’artista da sempre usa come supporto comunicativo si intrecciano in questa occasione con le sculture antiche e moderne presenti negli Studi. VBmarmi.carrara (progetto speciale) diventa ancora una volta pretesto per mescolare i canoni estetici inarrivabili delle fashion model a quelli comuni, mostrando come spesso la bellezza non risieda nella perfezione, ma nelle particolarità che rendono ogni corpo unico.

Ogni performance di Vanessa Beecroft affonda le proprie radici nel complesso mondo interiore dell’artista, ma rimane saldamente ancorata al nostro tempo come riflessione sull’identità femminile, sulla natura e sul mistero dell’esistenza umana. Nei suoi tableaux vivants l’artista riesce a indagare le più profonde e universali istanze dell’essere umano, utilizzando un linguaggio a metà strada fra classico e contemporaneo, fra sacra rappresentazione, teatro, fotografia, pittura e moda.

Linguaggi Complessi, Messaggi Complessi – I Neoconoduli

E’ inaugurata ieri a Siracusa la mostra Linguaggi Complessi, Messaggi Complessi – I Neoiconoduli che vede la partecipazione di oltre 40 artisti che testimoniano l’odierno orientamento della rappresentazione nell’arte. È tempo di messaggi che magari non si capiscono immediatamente o facilmente ma che devono comunque arrivare al destinatario o fruitore attraverso il gioco dell’arte complesso, così come complessi sono i suoi linguaggi.

Iconoduli è un termine che si riferisce all’epoca Bizantina. A quel tempo, alcuni ritenevano che le immagini sacre potessero essere rappresentate (iconoduli); mentre altri si opponevano a tale tendenza (iconoclasti). Il termine Neoiconoduli è stato introdotto da Carmelo Strano (che cura la msotra) negli anni ’80, subito dopo il periodo delle neo-avanguardie. Il critico si riferiva a quegli artisti che andavano ben oltre la semplice rappresentazione ed i canoni prestabiliti. Essi erano invece interessati a comunicare qualcosa ma in modo non esplicito e con qualsiasi linguaggio espressivo.

Vanessa Beecroft presenta a Napoli VB 66

Lunedì 15 febbraio 2010, a Napoli, nell’edificio progettato alla fine degli anni Venti dall’architetto Luigi Cosenza, sede attuale del Mercato Ittico, Vanessa Beecroft propone la performance VB 66 in collaborazione con la galleria Lia Rumma e la galleria Massimo Minimi.
La performance costituisce la scelta espressiva della Beecroft sin dagli esordi. Profondamente radicata nella cultura classica, la Beecroft crea con le sue performances dei tableaux vivants che nascono da immagini spesso ispirate alla pittura e alla scultura del passato. Vanessa Beecroft pone al centro della propria riflessione i temi dello sguardo, del desiderio, dell’alienazione. Le donne, private di ogni possibilità di dialogo o di relazione, appaiono congelate al di là di un’invisibile barriera. Al tempo stesso il loro isolamento produce l’effetto di far rimbalzare lo sguardo di chi guarda su se stesso, generando una situazione di disagio.

La musica pop sempre più vicina all’arte: Damon Dash apre una galleria e la foto di Madonna all’asta di Sotheby’s

Forse molti di voi (magari i più giovani) conosceranno sicuramente Damon Dash, produttore che ha aiutato gente come Kanye West e Jay-Z ad elevarsi nel firmamento delle stelle dell’hip hop americano. Ora Dash ha però intenzione di buttarsi a capofitto anche nel dorato mondo dell’arte contemporanea e siamo sicuri che la sua discesa in campo non passerà certo inosservata.

Il produttore ha già collaborato con Takashi Murakami ed ha prodotto il video di Vanessa Beecroft per la performance VB64. Nel frattempo il suo pupillo Jay-z ha racimolato una cospicua collezione d’arte che include diverse opere di Damien Hirst e Richard Prince. Damon Dash ha già fatto suo un edificio di Tribeca e si appresta ad inaugurare la sua Dash Gallery che aprirà le porte il prossimo 19 febbraio ed esporrà artisti quali Isaac Fortoul, Bobby Castaneda, Heather Gargon, Hector Ruiz e Jeremy Wagner. Staremo a vedere se il fiuto per gli affari del noto produttore riuscirà ad estendersi anche al difficile quanto imponderabile mondo dell’arte contemporanea.

Art Video Lounge – Video Arte Italiana in Pescheria

 Il Centro Arti Visive Pescheria presenta una rassegna dedicata alla videoarte, che riunisce le opere video dei più interessanti artisti italiani delle ultime generazioni che si sono cimentati con questo linguaggio espressivo in maniera sempre sorprendente. La selezione tocca i diversi aspetti della videoarte, dai tableaux vivants di Vanessa Beecroft alla vita nelle periferie urbane di Botto & Bruno, alle sofisticate danze acquatiche riprese da Elisa Sighicelli. E poi Elisabetta Benassi, Eva Marisaldi, ZimmerFrei, Rä di Martino, Riccardo Previdi, Paolo Chiasera e Domenico Mangano.  La rassegna verrà presentata da Ludovico Pratesi il 16 dicembre alle ore 19.00, e nell’occasione verranno trasmessi i lavori di Rä di Martino, Elisabetta Benassi e Botto & Bruno. Ecco il programma della manifestazione:

16 dicembre – 27 dicembre

Rä di Martino, Cancan!, 2004. Il video presenta una situazione al limite della normalità, in un’ambientazione straniante e ambigua, un uomo si traveste da donna e improvvisa un improbabile e forsennato cancan tragico e ironico al tempo stesso.

Elisabetta Benassi, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, 2004 Mona Lisa osserva il pubblico che la tiene sotto assedio nella sua stanza al Louvre.

Botto & Bruno, A concrete town, 2006 Il video nasce da una riflessione degli artisti sulle trasformazioni della città contemporanea dove spesso vengono sventrati interi quartieri senza tener conto della storia e della memoria dei luoghi. Girato in b/n in una giornata di pioggia, mostra un gruppo di operai intenti a rifare il manto stradale di una piazza.

New York, New York

New York a go go, se dalle nostre parti il torrido caldo estivo è teatro di partenze vacanziere che poco hanno a che fare con l’arte contemporanea, la grande mela è in continuo fermento e propone a getto continuo eventi interessanti e gustose notizie.

Si parte dalla Marian Goodman Gallery che fino al 28 agosto propone una mostra collettiva intitolata As Long As it Lasts. All’evento parteciperanno 14 artisti di differenti generazioni tra cui svettano i nomi di Thomas Struth,Oliver Babin, Johanna Billing e Pierre Huyghe. Le opere in mostra vanno dalla scultura al dipinto passando per la fotografia e l’installazione video. Come suggerito dal titolo che in italiano si traduce in Finchè dura, gli artisti in mostra indagano sulla transitoria natura della vita, sulla contemplazione della moralità e sulla morte.

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