Il Vittorione Nazionale© non figura nella lista dei personaggi più simpatici del nostro belpaese ed a volte avrebbe bisogno di qualcuno capace di rimetterlo in riga. Questa volta però oltre alle parole è volato qualcosa di più grosso, forse una “Capra”?…
vittorio sgarbi
I tirannosauri della cultura e la sopravvivenza delle loro poltrone
Il nostro è un paese di baroni e di dinosauri. Già tra massoni, lobby, corporazioni e quanto altro, la nostra “meglio gioventù” è costretta a fuggire all’estero, se vuole combinare qualcosa di buono. Loro invece, i dinosauri ed i baroni intendo, sono sempre lì fermi sulla poltrona a decidere di tutto e tutti. Ma se fossero dinosauri illuminati sarebbe già una fortuna, il guaio è che si tratta di dinosauri stanchi e ciechi che riescono solo a combinare una sequela infinita di danni, per assicurarsi la propria sopravvivenza. Anche il mondo della cultura è pieno zeppo di tirannosauri da far paura, andiamo a vedere quali sono le quattro specie più pericolose in modo da trovarci preparati ad un loro attacco:
1 Lorenzo Ornaghi – Mitico Ministro per i Beni e Le Attività Culturali nominato dal temutissimo Monti. In pochi mesi è riuscito a dilaniare ciò che è rimasto del nostro amor proprio sfiduciando il MAXXI di Roma e facendoci guadagnare le prime pagine dei magazine di tutto il mondo.
2 Vittorio Vittorione Nazionale© Sgarbi – Sono passati quasi due anni ma grazie alle sue spaventose gesta ancora siamo qui a cercar di lavar via l’onta della vergogna. Padiglione Italia alla Biennale di Venezia da bomba all’Hotel e conseguente figuraccia internazionale. Diteci se esiste un dinosauro più pericoloso di questo.
Quando il curatore non si cura della mostra
La Berlin Biennale di quest’anno non ha lasciato il segno. Il tema, incentrato su questioni politiche, non è stato sviscerato al meglio e gli artisti si sono accostati a fatica al progetto curatoriale. Purtroppo la mania di fagocitare le opere con linee curatoriali troppo complesse imperversa in tutto il mondo e, visto che le opere sono divenute solamente degli elementi arredativi a compendio del progetto, tra non molto si assisterà a mostre di soli testi curatoriali.
Ovviamente ciò rappresenterebbe il definitivo tramonto dell’arte contemporanea, il colpo che precede il tracollo, visto che da più parti si è già da tempo ipotizzata una crisi della bellezza all’interno del mondo creativo di oggigiorno. Il curatore è divenuto una primadonna che deve per forza di cose stupire il pubblico con trovate ad effetto che di fatto non tengono in considerazione le opere e non hanno alcun rispetto per gli artisti in mostra.
Pillole di Biennale 06 – Benvenuti in Italia
(Dove eravamo rimasti…) Ed eccoci infine a parlare di ciò che è sulla bocca di tutti da mesi, insomma non volevo essere da meno, per cui mi son fatta forza e sono entrata nel Paglione Italia, curato (?) da Vittorio Sgarbi. Ma non siamo ancora stanchi di parlarne? Io dico di no, forse non aggiungerò nulla al dibattito, ma ci sono cose di cui è sempre meglio parlare prima di dimenticarsene. È ormai assodato il fatto che, sfortunatamente per tutti gli artisti partecipanti, la vera opera del padiglione è Sgarbi stesso, che in un impeto di egocentrismo sta cercando di ripetere l’operazione con i Padiglioni regionali, ma per fortuna l’operazione sembra non riuscirgli più ed è costretto a tristi teatrini come quello con Marina Ripa di Meana per avere un po’ di pubblicità. (Se ancora non avete visto il video correte su YouTube e piangete anche voi).
Il problema per me, nel doverne parlare, è che l’esperienza che ho vissuto in quelle stanze, nonostante sia passato ormai un po’ di tempo, mi tormenta. Forse le parole migliore che possono descrivere come mi son sentita sono: insofferenza e oppressione. Percorrendo le sale ho dovuto veramente forzare il mio corpo a restare all’interno di quelle mura, perché il mio cervello voleva solo scappare via da quell’accrocchio di opere maltrattate. Perché di questo si tratta: maltrattamento di opere, artisti e di un intero paese, che sfortunatamente è il nostro.
Quando l’arte italiana si trasforma in un “tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”
Lo stato di profonda consunzione in cui versa la cultura italiana non mi stupisce più di tanto ma il bello è che le cose in questi ultimi tempi sono decisamente peggiorate. Fino a poco tempo fa le brutte figure restavano in famiglia, oggi grazie a Vittorio Sgarbi, all’ex ministro Sandro Bondi che ha caldeggiato la sua nomina alla curatela del Padiglione Italia ed al presidente della Biennale Paolo Baratta che lo ha praticamente appoggiato in tutto e per tutto (richiamandolo con lettere profumate ad ogni suo finto tentativo di rinunciare le dimissioni), l’arte contemporanea italiana è divenuta lo zimbello di tutto il mondo.
Proprio oggi Adrian Searle del Guardian ha pubblicato un articolo che suona più o meno così: “Il Padiglione Italia, un padiglione evitato dalle persone sane e visitato solo da quelli che ci sono capitati per caso. Noiosamente provocatoria, la mostra di Sgarbi è piena di cose orribili e kitsch, con un allestimento che fa impallidire. Con i suoi cliché ed il suo populismo-spazzatura il Padiglione Italia è come un tour all’interno del cervello di Silvio Berlusconi”.
Bice Curiger poco coraggiosa? Tutta colpa dell’Industrialminimalism

Il Padiglione Minestrone Italia di Vittorio Sgarbi è stato accusato da più parti di aver sciorinato una sequela di artisti fuori da ogni sistema canonico. Tra pittori della domenica e qualche povero “buon nome” capitato per sbaglio negli inferi di un allestimento surreale, il Vittorione Nazionale è riuscito a collezionare una sfilza di critiche negative che hanno praticamente affossato definitivamente la nostra arte contemporanea, già reduce da un’edizione 2009 curata da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli non proprio all’altezza delle aspettative.
Dall’altra parte della barricata si stagliano le ILLUMInazioni di Bice Curiger, alcuni critici e riviste di settore hanno definito la mostra della svizzera come una serie di scelte di sistema, troppo simili alle precedenti selezioni dei predecessori Maria Corral e Rosa Martinez (2005), Robert Storr (2007) e Daniel Birnbaum (2009). L’urgenza di rispettare una certa metodologia a volte può costringere all’errore ma è lapalissiano che tra gli orrori di Sgarbi e le misurate emozioni della Curiger esistono dei divari incolmabili che è inutile elencare in questa sede.
Padiglione Minestrone Italia™ by Vittorione Nazionale™: cosa ne pensano i giornali?

Sul Padiglione Minestrone Italia™ del Vittorione Nazionale™ in quel della Biennale abbiamo scritto fin troppo e ci sembra inutile giudicare ulteriormente qualcosa di talmente assurdo e doloroso per la nostra martoriata nazione. Riportiamo qui di seguito alcuni articoli apparsi sui maggiori quotidiani italiani, lasciandoli parlare al nostro posto, via alle danze:
“Se l’arte non è «Cosa Nostra», rimane però, in Italia, un affare di famiglia. Perché come racconta lo stesso Sgarbi, c’è chi ha scelto un’artista anche perché era figlio di un conoscente (ad esempio Francesca Leone, nominata da Ennio Morricone che era amico del padre) o di un parente. E in realtà, più che lo stato dell’arte («Perché dovevo limitare le opere? Non potevo mica limitare il numero degli intellettuali cui affidare la scelta», dice lui), il Circo Sgarbi racconta lo stato e i gusti degli intellettuali italiani.” di Rocco Molinterni su La Stampa del 1 giugno 2011.
Ed invece all’estero parlano di noi: “Sgarbi? un perfetto sconosciuto fuori dall’Italia”
Avevamo pubblicato un articolo affermando che all’estero a nessuno importa di Vittorio Sgarbi e del suo Padiglione Italia alla 54esima Biennale di Venezia. Ebbene purtroppo avevamo sbagliato, questo perchè per nostra somma vergogna uno dei più importanti magazine di arte contemporanea, vale a dire Artinfo, ha pubblicato proprio ieri un articolo firmato da Benjamin Genocchio che evidenzia con freddezza gli orrori sgarbiani.
Ebbene il Vittorione Nazionale™ aveva sbandierato a destra e mancina la sua voglia di selezionare artisti liberi dal sistema, artisti fuori dalle mafiette e dagli “ospedali dell’arte”, ecco invece cosa ha scritto Genocchio sul conto del noto storico dell’arte: “Il desiderio di alcune nazioni di soddisfare il loro sistema artistico è talmente forte che spesso le stesse sbagliano le selezioni per gli artisti ed i curatori dei rispettivi padiglioni nazionali alla Biennale di Venezia. La nomina di Vittorio Sgarbi come curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2011 è un chiaro esempio di questa spiacevole sindrome.
I Padiglioni di Sgarbi? All’estero non se ne parla, ci sono altri “intrighi internazionali”

Vi siete mai chiesti cosa ne pensano all’estero della nostra arte contemporanea? Intanto possiamo assicurarvi che fuori dai nostri confini il mondo intero ci ignora o quasi. Già, si parla di arte italiana solo per quanto riguarda notizie su furti, o su grandi mostre dei maestri della pittura. Per il resto l’attenzione dei media (almeno in questo periodo) è tutta per la Biennale, ma tutti gli articoli che abbiamo letto non parlano assolutamente del Padiglione Minestrone Italia organizzato da Vittorio Sgarbi. In parole povere le polemiche le facciamo noi in casa ma all’estero non se ne curano neanche.
Il Financial Times ad esempio ha recentemente redatto un articolo che parla delle nazioni “new entries” come l’Arabia Saudita e l’India. Artinfo ha invece pubblicato una guida con alcuni alberghi, ma le sistemazioni ci appaiono molto costose (ammesso che ci sia ancora posto).
Artista attento! La Biennale 2011 non fa curriculum
Ormai nel web circolano già le prime foto del Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia firmato Vittorione Nazionale©. Artibune ad esempio ha fornito un servizio fotografico abbastanza esauriente il quale mostra in anteprima assoluta lo scempio che ci condannerà alla pubblica gogna finale sotto gli occhi di tutto il mondo. Noi, in un articolo di diversi giorni or sono vi avevamo già mostrato alcune possibili opere ma dobbiamo dire che la realtà dei fatti è ancor più dura da digerire di qualsiasi altra congettura: Il Padiglione Italia sarà una fiera rionale senza precedenti.
Questo molti di voi l’avevano ben compreso ma oggi volevamo parlarvi dell’ennesima caduta di stile (sembra che non ci sia mai limite al peggio ) dell’intera macchina Biennale architettata da Sgarbi. Ebbene come noto quest’anno migliaia di artisti sono stati chiamati ad esporre all’interno dei vari “padiglioncini” della Biennale Diffusa, (dis)organizzati nelle varie regioni italiane.
La Rai taglia Sgarbi, la Curiger può salvare l’Italia dell’arte
Il grande trambusto generato da Vittorio Sgarbi attorno al Padiglione Italia della prossima Biennale Di Venezia sembra non aver mai fine ed anzi dopo le oramai numerose defezioni degli artisti invitati (anche a loro insaputa), il polverone è talmente fitto che non si riesce a capire poi tanto di quello che veramente vedremo a Venezia. Quello che è certo è che Sgarbi ha già incassato un sonoro “no”da parte del pubblico ma stavolta si tratta di quello televisivo.
Già perché la prima puntata dello show intitolato “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”, si è tramutata in un lunghissimo e sfiancante monologo-autodifesa che ha letteralmente fatto flop, costringendo i vertici della RAI a sospendere la trasmissione. Che sia questo un segno dell’inizio della fine? Polemiche a parte vorremmo ricordare che oltre alle “meraviglie” che saranno esposte nel Padiglione Italia, il pubblico internazionale potrà ammirare l’altro volto dell’arte italiana, vale a dire quello vero.
Il Padiglione Italia che sarà…

Ecco a voi la lista completa (diramata dal sito della Biennale) dei 200 artisti selezionati dai 200 intellettuali chiamati da Vittorio Sgarbi a riempire il Padiglione Italia, alla prossima Biennale di Venezia. Ovviamente si tratta di una lista “in divenire” visto che qualche artista (vedi Luca Vitone e Paolo Grassino) ha già proclamato una saggia defezione. Ogni commento appare superfluo, noi vi offriamo qualche immagine di ciò che il mondo potrebbe ammirare della nostra arte contemporanea:
ARTISTA – INTELLETTUALE
Accardi Carla – Enzo Boschi
Acerbi Petrassi – Rosetta Roman Vlad
Adami Valerio – Marino Livolsi
Anvidalfarei Lois – Joseph Zoderer
Argeles Gloria – Vivian Lamarque
Arrivabene Agostino – Pierluigi Pizzi
Asti Adriana – Galli Della Loggia
Atti Patrizia – Luigi Koelliker
Bafico Enrico – Anacleto Verrecchia
Balena Vincenzo – Maurizio Cucchi
Barbieri Olivo – Italo Zannier
Bartolini Giuseppe – Antonio Moresco
Bazzocchi Paolo – Massimo Donà
Beecroft Vanessa – Linda Nochlin
Begnoni Renato – Italo Zannier
Bergomi Giuseppe – Mario Botta
Bertelli Pino – Don Andrea Gallo
Bertozzi e Casoni – Walter Siti
Bertusi Jasmine – Giuseppe Scaraffia
La Biennale di Vittorione Nazionale©? all’insegna del culatello!
Pensavate forse che la conferenza stampa di Vittorio Sgarbi per il Padiglione Italia alla prossima Biennale di Venezia avrebbe chiarito qualche dubbio sull’andamento dei lavori? Beh noi non lo pensavamo affatto e siamo sicuri che anche voi siete sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Ciò che è andato in scena ieri a Roma negli spazi del San Michele è stato uno vero e proprio incidente estetico difficilmente ripetibile nei prossimi cento anni di storia planetaria.
Il Vittorione Nazionale© ha praticamente tenuto in ostaggio giornalisti ed astanti per circa 3 ore, un tempo interminabile riempito da una lunghissima lista di nomi. Il tutto si è aperto con la dichiarazione: “Sono stati invitati oltre 2000 artisti perchè vorrei sapere chi decide se un determinato artista può entrare o no alla Biennale? La mafia del mercato. Io la combatto». Nulla si è saputo sulla Biennale Diffusa visto che continua a circolare una lista di nomi piena di artisti che hanno in termini già rifiutato la candidatura, nessuno ha distribuito un kit stampa degno di questo nome. Si è saputo solo che il suo progetto di invitare 230 artisti al Padiglione Italia è ben appoggiato dal presidente di Fondazione Roma Emmanuele Emanuele che che fino a ieri ha finanziato tutto e da Antonia Pasqua Recchia,direttore generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee che ha dichiarato che il curatore non ha ancora percepito un centesimo per il suo immenso e mirabile progetto curatoriale.
Padiglione Italia Vuoto!
Dopo gli abbandoni ed i successivi ritorni del Vittorione Nazionale™ al Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, (noi avevamo già predetto tali e tante tarantelle molti mesi fa con questo articolo-provocazione) il mondo dell’arte del nostro martoriato stivale ha subito lanciato un toto-padiglione per scegliere un nuovo paladino in grado di traghettare la nostra arte fuori dalle acque oscure all’interno delle quali ci ha portato Sgarbi. Artribune ha sollevato il nome del bravo Andrea Bruciati. Comunque sia l’allarme è rientrato.
Secondo il mio modesto parere sarebbe stato meglio lasciare il Padiglione Italia vuoto, non per anarchia, nichilismo, sandinismo o quello che volete ma semplicemente per chiudere con il passato e per mostrare al mondo intero la nostra reazione. Non una presa di posizione o un chinare la testa passivamente quindi ma una vera e propria tabula rasa contro comportamenti che devono finire. Se non vi bastano queste parole, ecco altre ragioni per lasciare vuoto questo Padiglione: