Donne e arte, una creatività in continuo movimento

 Nella metà degli anni ’80 il celebre gruppo delle Guerrilla Girls imperversava sulla scena dell’arte contemporanea newyorchese producendo posters, cartelloni pubblicitari e libri caratterizzati da un femminismo radicale intriso di cocente ironia. Le Guerrilla Girls orientarono il loro attivismo sull’industria cinematografica hollywoodiana e sulla cultura popolare, irridendo gli stereotipi sessuali e la corruzione del mondo dell’arte. Ovviamente le loro incursioni artistiche erano frutto delle mille battaglie vinte dalle donne a partire dal 1963, anno in cui Betty Friedan, scrisse il libro Mistica della femminilità, nel quale l’autrice denunciava il ruolo coatto di sposa e di madre della donna americana, e rivendicava l’uguaglianza della donna all’uomo nel campo professionale, culturale e politico.

Tanti anni sono passati dalle provocazioni di Betty Friedan, delle Guerrilla Girls e di tante altre eroine al femminile e c’è da dire che tanti cambiamenti sono avvenuti per quanto riguarda il ruolo delle donne nella società moderna. Tornando a parlare di arte, le battaglie politiche e femministe sono oggi ormai accantonate, sono lontani i tempi della riappropriazione del corpo femminile operata dalle performance di Carolee Schneemann, Interior Scroll su tutte, dove l’artista estraeva una sorta di rotolo scritturale di rivendicazione femminile dalla sua vagina. Oggi le donne dell’arte sembrano più attente ai materiali, alle forme ed ai colori e si guardano bene dall’esser additate come femministe.

Questo mese a New York

La pioggia di questa strana estate non fa che accentuare la voglia di sole, e come si sa il sole richiama alla mente il tempo delle vacanze. Quindi se siete già in vacanza e se in questi giorni vi trovate negli States, allora cercate di non perdervi queste interessanti mostre che vi proponiamo nel presente articolo.
Il curatore e blogger Olympia Lambert ha aperto le danze di un ambizioso progetto realizzato in collaborazione con il Paterson Arts Council del New Jersey. Si tratta della mostra Escape From New York, evento che riunisce 45 giovani artisti della scena newyorchese ed è aperto al pubblico dal 15 maggio al prossimo 19 giugno 2010.

All’interno dell’agguerrito manipolo figurano anche alcuni protagonisti della Whitney Biennial edizione 2010 come Bruce High Quality Foundation e Kate Gilmore ma la selezione presenta anche artisti emergenti e relativamente sconosciuti che riescono a sorprendere anche i più navigati presenzialismi dell’arte. L’evento si tiene al Fabricolor sulla VanHouten Street di San Paterson nel New Jersey ovviamente.

Kate Gilmore invade le strade di New york

Kate Gilmore ha deciso di oltrepassare i limiti delle sue performance solitarie e decisamente struggenti, optando per un’azione collettiva un poco più allegra e del tutto inusitata. Il progetto prende il titolo di Walk the Walk ed è costituito da una grande piattaforma cubica posta in questi giorni nei pressi di Bryant Park a New York. Sul cubo di legno giallo si trovano sette donne completamente fasciate da un vestito giallo canarino che passeggiano incessantemente avanti ed indietro proprio nelle ore di punta della grande metropoli, riflettendo lo spirito dei marciapiedi trafficati della città.

Il cubo può essere attraversato ed al suo interno è possibile udire una sorta di installazione sonora generata dai passi delle performers.  La colorata opera di Kate Gilmore sembra quasi un monumento ai lavoratori, ai cittadini ed all’energia di una New York sempre in movimento.

I magnifici 7 artisti under 35 da non perdere

Si fa un gran parlare della giovane arte internazionale e non a torto. Le nuove leve sapranno sicuramente rivoluzionare il mercato e la creatività dei prossimi anni, ma chi sono gli artisti da tenere d’occhio? Globartmag vi offre i magnifici 7 artisti (internazionali) sotto i 35 anni da non perdere.

Adriana Lara (1978)
Artista concettuale autodidatta che lavora principalmente con materiali di recupero. La sua installazione di una buccia di banana sul pavimento del New Museum è stata una delle cose più interessanti viste alla mostra Younger Than Jesus dello scorso anno. Vive e lavora in Messico ed è rappresentata dalla galleria Air de Paris di Parigi

Angel Otero (1981)
Crea dense pitture ad olio e sculture eseguite sempre con stratificazioni di colori ad olio. E’ stato uno dei protagonisti della fiera NADA di Miami dove la galleria che lo rappresenta ha venduto tutti i suoi lavori. Vive e lavora a New York ed è rappresentato dalla Kavi Gupta Gallery di Chicago

Josh Brand (1980)
Fotografo di stampo concettuale che solitamente crea senza il bisogno della macchina fotografica. Le sue stampe sono eseguite in camera oscura. L’artista è stato scelto per la Whitney Biennial 2010. Vive e lavora a New York ed è rappresentato dalla Herald St Gallery di Londra.

Francesco Bonami punta il dito contro Vittorio Sgarbi

La doppia nomina di Vittorio Sgarbi come curatore del padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2011 e come supervisore delle acquisizioni del MaXXi di Roma ha sicuramente diviso il mondo dell’arte italiano ed ancora oggi le polemiche non accennano a diminuire. In tutto questo tourbillon di notizie, dichiarazioni e smentite è però interessante sommerfarsi a riflettere su ciò che pensano all’estero dell’intera faccenda. Andiamo quindi a leggere cosa hanno scritto sull’importante testata

La prossima edizione della Biennale di Venezia sarà un appuntamento molto sentito dagli italiani poiché la nazione celebra il 150 anniversario dalla sua unificazione proprio nel 2011. Il ministro della cultura Sandro Bondi ha difeso la sua scelta insistendo sul fatto che: ”Sgarbi ha una profonda conoscenza del patrimonio culturale italiano”.

Ma la nomina di Sgarbi ha ricevuto alcune critiche da parte del suo collega e compatriota Francesco Bonami, curatore della Whitney Biennial 2010. “Sfortunatamente l’italia ha ciò che si merita, l’arte contemporanea sta a Sgarbi come l’America a Bin Laden e non c’è dubbio che Sgarbi come Bin Laden è ferocemente in lotta contro il suo nemico. Questa nomina è quasi come un attacco suicida alla dignità italiana” ha dichiarato Bonami ai microfoni di Art Newspaper.

Focus on Whitney Biennial parte II: i veterani dell’arte contemporanea

Eccoci al nostro secondo appuntamento con i protagonisti della Whitney Biennial 2010 targata Francesco Bonami. Anche se ognuno tende ad associare la manifestazione alla giovane arte ( che abbiamo descritto nel precedente articolo), quest’anno la biennale offre un vasto panorama di artisti veterani del contemporaneo. Andiamo a conoscere i 17 artisti che superano i 40 anni di età:

Ari Marcopoulos, classe 1957, autore di foto in bianco e nero che documentano gli albori della scena hip hop. Marcopoulos ha collaborato con Andy Warhol negli anni ’80 ed è apparso sui più importanti fashion magazine. Michael Asher, classe 1943, artista concettuale e critico istituzionale, ha esibito le sue opere in musei come il MoMa ed il Pompidou Center. Charles Ray, classe 1953, solitamente creatore di forme concettuali e minimaliste. Recentemente l’artista ha creato una scultura gigante che raffigura un contadino sul suo trattore. ha già partecipato alle edizioni 1989, 1993, 1995 e 1997 della Whitney, un vero veterano. Robert Williams, classe 1943, conosciuto per i suoi dipinti figurativi caratterizzati da un’aura sinistra e bizzarra. Pioniere della lowbrow art ha esposto in musei come il Moca ed è rappresentato dal mitico gallerista Tony Shafrazi.

Uno sguardo ai giovani protagonisti della Whitney Biennial 2010

Motori accesi per la 2010 Whitney Biennial in programma al Whitney Museum dal 25 febbraio al 30 maggio. La manifestazione, curata da Francesco Bonami e Gary Carrion-Murayar si preannuncia quest’anno decisamente interessante (vedi nostro precedente articolo) vista la presenza di veterani fino adesso un poco sottovalutati dai grandi giri dell’arte contemporanea e di un agguerrito drappello di giovani artisti. Nel corso degli anni la Whitney Biennial non ha mancato di dividere le opinioni di pubblico e critica, basti pensare al commento del critico del New York Times, Michael Kimmelman che nel 1993 scrisse semplicemente:”Odio la mostra“.

Ovviamente noi puntiamo sul nostro Francesco Bonami, professionista che nel corso della sua carriera ha sbagliato poco o niente. Dicevamo dei giovani artisti e quest’anno in Biennale vi sono ben 15 artisti sotto i 40 anni e vorremmo descriverli succintamente nelle prossime righe. Si parte da Richard Aldrich classe 1975, conosciuto per i suoi dipinti che mescolano strategie minimaliste all’arte di Rauschenberg.

Francesco Bonami e la Whitney Biennial 2010 ai tempi della crisi

L’edizione della newyorchese Whitney Biennial 2010 non sarà solo un’importante occasione per osservare i nuovi trend dell’arte contemporanea internazionale. La manifestazione infatti rifletterà in pieno l’andamento sociale ed economico dell’intero globo. In questi tempi di recessione l’evento ha quindi deciso di rimpicciolire la sua offerta passando dai 100 artisti del 2006 e gli 81 del 2008 sino ai 55 della presente edizione. Anche la superficie espositiva sarà ulteriormente ridimensionata e verrà unicamente contenuta nel Whitney Museum of American Art invece di allargarsi su una seconda location come nella Biennial del 2008 quando fu occupato gran parte della Park Avenue Armory.

La grande manifestazione si terrà dal 25 febbraio 2010 sino al 30 marzo e sarà curata dal nostro Francesco Bonami assieme a Gary Carrion-Murayari giovane assistente curatoriale che ha già fornito il suo valido aiuto nelle edizioni 2004 e 2006. Quest’anno la Whitney Biennial presenterà un interessante mix di artisti e di generazioni visto che l’offerta spazia da Tam Tran, giovane fotografa di 23 anni, sino ad arrivare all’artista concettuale Lorrain O’Grady di 75 anni. Tra i nomi di spicco della scena internazionale saranno presenti George Condo, Piotr Uklanski e Charles Ray autore dell’attesissima e misteriosa opera Boy With a Frog commissionata da Francois Pinault per Punta Della Dogana nel corso della passata edizione della Biennale di Venezia.

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