Guai con la legge per Poster Boy lo spericolato street artist armato di rasoio

 La scena della street art newyorchese è senza dubbio ricca di protagonisti, tanto che persino la nostra redazione fatica a seguire tutte le diavolerie di questi eroi suburbani. Questa volta la palla passa a Poster Boy, per chi conoscesse l’artista, la cui identità era ovviamente segreta fino a pochi giorni fa, vi informiamo che è nato nel 1983 ed ha cominciato la sua carriera artistica ai tempi del college.

Multe salate per i writers?

Dopo Bristol e Boston lo stretto giro di vite contro i writers imbrattamuri è in procinto di conquistare anche l’Italia ed in particolare la città di Roma. Lo scorso martedì il sindaco Gianni Alemanno aveva già annunciato possibili contromisure per arginare il sempre più crescente e deprecabile proliferare di tags e scarabocchi che nulla hanno a che vedere con le vere e proprie opere di street art a cui ci hanno abituato artisti italiani del calibro di Sten, Lex e Lucamaleonte.

L’amministrazione cittadina non esclude la possibilità di sguinzagliare degli agenti accertatori dell’Ama i quali sarebbero appunto autorizzati a comminare pesanti sanzioni. L’iniziativa potrebbe però essere affiancata da un’altra pena che suonerebbe come uno smacco per i giovani writers cittadini. Il Campidoglio ha infatti avuto l’idea di punire i writers colpevoli di aver imbrattato i muri ripagandoli con la loro stessa moneta, gli incauti contravventori saranno costretti quindi a pulire una superficie grande tre volte tanto quella insudiciata.

Fairey copre Os Gemeos ed i writers si vendicano

Continuano i guai per il povero (si fa per dire) Shepard Fairey che dopo essere stato citato in giudizio per aver infranto la legge sul copyright riguardo alla foto raffigurante Obama usata per il suo celebre poster Hope e dopo aver pagato diverse ammende per aver imbrattato proprietà pubbliche, torna ora a far parlare di sé e delle sue peripezie. Va detto che ogni street artist che si rispetti sa che un’opera (essendo creata in strada e da essa ospitata ) può essere scarabocchiata da un momento all’altro da qualsiasi writer burlone. Ovviamente esistono leggi non scritte e solitamente i writers non rovinano i murales di altri artisti.

Ci viene da pensare però che Fairey non sia molto amato dalla comunità di street artists newyorchese, visto che alcuni writers hanno imbrattato un installazione (una serie di posters) che l’artista aveva appena creato sulla Houston Street di New York. L’opera doveva essere una sorta di preludio alla prossima (ed ultima) mostra della Deitch Projects che ospiterà appunto la personale di Fairey. Un graffiti artist chiamato NAW ha aggiunto il suo tag sopra l’opera di Fairey, una guardia della sorveglianza ha tentato di bloccarlo ma NAW si è divincolato ed alla fine la guardia è riuscita solamente a strappargli la maglietta. 

Banksy chiama, King Robbo risponde: la sfida della street art

 Banksy, il più famoso street artist del Regno Unito è ormai abituato a musei, gallerie ed altri templi dell’arte contemporanea ma una delle sue ultime opere ha sicuramente riacceso il suo spirito street, dando alla sua carriera un’inaspettata sterzata all’indietro nel tempo, quando (come tutti gli street artists) si battagliava con altri artisti locali a colpi di spray nelle più agguerrite Street Fight. Il nostro eroe di Bristol è stato infatti accusato di aver mancato di rispetto a King Robbo, leggenda della street art londinese.

Banksy avrebbe infatti modificato un graffiti che Robbo aveva eseguito ben 24 anni fa nel quartiere di Camden, correva l’anno 1985. Ovviamente il buon vecchio Robbo ha raccolto subito la sfida e non contento dell’opera di Banksy ha cancellato l’opera di quest’ultimo, sostituendola con un enorme composizione costituita naturalmente dalla scritta Robbo, L’artista ha portato a termine la sua vendetta proprio nel giorno di natale.

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